Italian

Parco dei Molini

Il territorio pasianese ospita anche il complesso denominato “Parco dei Molini”, che comprende il vecchio molino, l’ampio parco, la casa Ciot e l’adiacente Parco delle Munaressa. La storia dei Molini di Pasiano  risale al medioevo infatti compare per la prima volta la denominazione “molini” in un documento del 31.03.1190 che dimostra come la struttura fosse già esistente ed operante.  In quell’epoca il molino era dotato di addirittura di sei macine mentre si hanno notizie che nel XV secolo fu realizzato anche un edificio da sega sulla sponda destra; a tale scopo  fu quindi scavato il canale artificiale verso Gradisca ovvero per derivare qualche centinaio di metri in più a monte, l’acqua per far funzionare la sega, vista l’abbondanza di legname nei boschi della zona.

L’intero complesso dei Vescovi di Concordia gestito fino al 1190 dai signori di Caporiacco passò ai signori di Prata fino al 1419 data della caduta del castello di Prata per mano dei Veneziani, prima di passare ai Montereale.

Si successero  quindi vari casati: i Cigalotto, Ser Marco Michiel, Ser Andrea Dolfin i Lipomanno, i Querini Stampalia e infine nel 1864 ai  Saccomani Grotolo.

Vincenzo Saccomani Grotolo, attivo anche politicamente, iniziò una grande opera di ristrutturazione trasformando l’edificio della sega, orma in stato di disuso, in un trebbiatoio e   ampliando il Molino detto “Vecchio” (attuale casa Ciot). L’attività molitoria fu portata avanti dal figlio Luigi e alla morte prematura di quest’ultimo, data l’impossibilità della famiglia di gestire gli impianti, si maturò l’idea di sfruttare la forza idraulica del Fiume. Fu così che venne creata nel 1902 una centrale elettrica data poi in concessione al Cotonificio Veneziano in cambio della fornitura di energia elettrica per villa Saccomani e per il funzionamento del Molino della riva sinistra; il molino della riva destra fu invece dismesso e destinato ad abitazione. Dopo le vicende belliche le strutture, compresi i ponti  furono ristrutturate per mano dell’Ing. Vicenzo Saccomani  nel 1919 mentre un secondo ammodernamento del molino si ebbe nel 1934. A partire dagli anni 50 però sia la produzione di energia elettrica sia l’attività molitoria iniziarono il loro declino dovuto alla crisi del settore tessile in generale, presto scalzato dal settore industriale, e da un cambiamento sociale che vide l’affermazione delle grandi società  di macinazione. Questo percorso culminò nell’alluvione del 1966 che decretò  la chiusura della centrale e la cessazione dell’attività del molino. L’edificio della centrale fu poi acquistato dalla ditta Claber di Fiume Veneto assieme alla concessione per lo sfruttamento del salto d’acqua , completamente ristrutturato nel 2000, è tuttora funzionante.

 

Tutti i restanti beni dell’area furono invece progressivamente acquisiti dal Comune dagli ultimi eredi Vettori: nel 1956 Villa Saccomani ora sede degli uffici comunali; nel 1973 il Molino sottoposto a un forte opera di restauro nei primi anni 2000 e ora destinato  a ospitar sagre, feste paesane e mostre itineranti; nel 1987 il vecchio Molino ex casa Ciot ora destinato a sede degli Alpini e il parco della Munaressa.