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Tutti i perchè del gemellaggio

Il gemellaggio, ossia il patto che sancisce la nascita di una relazione permanente fra due paesi affini per tradizioni e programmi, ancorché spesso di diversa nazionalità, è fenomeno in forte espansione.

Purtroppo le affinità fra i paesi che si gemellano non sono sempre così scontate, anzi talvolta neppure si percepiscono. Per esempio, nel caso dell'intesa fra il comune di Pasiano di Pordenone, situato nell'area nord-orientale della Penisola, e i diciotto comuni inscritti nel cantone di Fronsac, non lontano dalla città di Bordeaux, in Francia, la verità è particolarmente seconda: le due realtà fino a qualche anno fa neppure s'intuivano, ignoravano tutto l'una dell'altra e men che mai sospettavano che un giorno avrebbero finito per siglare un patto di durata amicizia fra di loro.

È stata una circostanza fortuita, come spesso succede, e precisamente l'azione catalizzatrice di un emigrante pasianese, che ha reso possibile l'operazione. Ecco allora emergere il bisogno di trovare, per i due luoghi, non una qualche radice comune, il che sarebbe stato davvero troppo, ma gli eventuali rapporti intercorsi nei secoli fra mondi così distanti, anche se ricadenti quasi sul medesimo parallelo, nonché le attuali affinità culturali ed economiche.
Mobilitati gli storici delle due parti, si è così scoperto che da Fronsac e dintorni, ovvero dal Bordolese, già sul finire dell'Ottocento mossero e vennero prelevati, per essere impiantati in Friuli e nel Veneto, con esiti davvero fortunati, almeno due importanti vitigni: il merlot e il Cabernet franco, cui potremmo aggiungere il rustico Malbech. Per quanto riguarda un altro bordolese, il mitico Cabernet Sauvignon, vinificato in purezza o con uno a scelta dei rossi citati, esso non ebbe all'inizio molta fortuna, ma sta oggi prendendosi una clamorosa rivincita.
Si è pure visto che il paesaggio di entrambi i paesi era un tempo dominato da un'essenza legnosa particolarmente pregiata: la quercia. Con una differenza però, non da poco: la quercia in auge presso gli amici fonsadesi era della specie che i francesi chiamano verde, lo “chên vert”, ossia il leccio; quella invece coltivata dai pasianesi era il rovere.

Se si risale ancora più indietro nel tempo, un'altra circostanza merita di essere segnalata, non foss'altro che per la sua singolarità. Nel 333 dopo Cristo, proprio così, un cittadino di Burdigala (l'attuale Bordeaux), rimasto purtroppo anonimo, di ritorno da un pellegrinaggio in Terrasanta, lasciò un elenco di stazioni e di nodi stradali, con le relative distanze, a uso dei viaggiatori, il cosiddetto “Itinerarium Burdigalense”: fra le tappe previste, e quasi obbligate, nel tratto orientale d'Italia, il puntiglioso romeo registra le città di Concordia, nel cui agro prosperava (noi sappiamo) Pasiano, e naturalmente Aquileia. E, a proposito di quest'ultima, ricordiamo ancora che il poeta Ausonio, altro illustre burdigalese, sempre nel IV secolo ne cantò i fasti, sottolineando che la città era soprattutto nota per la grandiosità delle sue mura e per le sue efficienti attrezzature portuali.

Altri “agganci” sono sempre possibili. I pasianesi si augurano che gli scambi di visite, già felicemente avviati fra le due comunità, possano continuare regolarmente, vedano protagonisti soprattutto i giovani e portino a una migliore conoscenza reciproca.

Deux petits mondes in quete d'affinites

Le jumelage, c'est-à-dire le pacte qui sanctionee la naissance d'une relation permanente entre duex pays ayant des affinités culturellese ou èconomiques, de nos jours c'est un phénomène en forte expansion. Mais les rassemblances ne sont pas tounours si évidentes; elles sont parfois même peu ou pas perceptibles. C'est la cas, par exemple, de l'entente entre la commune de Pasiano di Pordenone, située dans l'aire nord-orientale de la Pénisule italienne et les dix-huit communes du canton de Fronsac, en France: il y a quelques amnées encore, les deux réaltiés ne savient même pas de l'existence de l'une de l'autre et étaient loin d'imaginer qu'elles aurraient, un jour, fini par singer un pacte d'amitié permanente entre elles.

Ce fut une circostance tout à fait fortuite, comme cela arrive souvent, et plus précisément l'action catalysatrice d'un émigrant de Pasiano, qui a rendu possible l'opération. Voilà que naquit ainsi le besoin de trouver, pour les deux réalitiés, non pas une quelconque origine commune, ce qui auriat été vraiment trop, mais les éventuels rapports existants au cours des siècles entre deux monde si distants.

La mobilisation des historiens des deux côtés a porté à la découverte que de Fronsac et environs, c'est-à-dire du Bordelais, dèjà vers la fin du XIXe siècle furent prélevés et déplacés, pour être implantès dans le Frioul et in Vénétie, au moins deux cépages importants: Le Merlot et le Cabernet Franc, et cela, avec des résultats fort appréciables. A ceux-là nous pourrions ajouter le rustique Malbeck. Par contre, un autre vin supérieur, le mythique Cabernet Sauvignon, vinifié pur ou avec l'un des deux rouges citès, n'a pas connu, à débuts, la même fortune, mais il semble bien qu'il soit en train de prendre sa revanche.
On a pu constater encore que le paysage des deux pays était dominé par une même essence ligneuse particulièrement estimées: che chêne. Mais, en garde! Le chêne apprecié autrefois par les habitants de Fronsac était le chêne vert, alors que celui de Pasiano n'était autre que le rouvre.

Si l'on remonte encore plus dans le temps, une autre circostance mérite d'être signalée, ne serait-ce que pour sa singularité. En l'an 333 aprés Jésus-Christ un citoyen de Burdigala (l'actuelle ville de Bordeaux), resté malheureusement anonyme, de retour d'un pèlegrinage en Terre Sainte, laissa un très utile itinéraire écrit, dans lequel, parmi les différentes postes et étapes atteintes au cours de son long voyage, il enregistra même Aquilée, la capitale nord-orientale de l'Empire, et Concorde, sous la maîtrise de laquelle se développiat Pasiano.Quant à Aquilée, nous pouvons ajouter que le poète Ausone, un autre illustre habitant de Burdigala, vécu toujours au IVe siècle, en parlant de ses fastes, affirma qu'elle était justement très célèbre pare ses murailles et sons port.On pourrait citer d'autres examples. Il serait surtout souhatable que chaque fronsadais, en retournant chez soi, puisse répéter ce qu'écrivait un fameux tombeur de femmes pasianaises (!), Jacques Casanova: “Je me rendis à Paséan… où je trouvai la gaieté et le plaisir”.